Il nocciolo nelle leggende popolari

Analogamente a quanto accade per altri alberi, anche il nocciolo riveste spesso un significato particolare nell’ambito delle leggende popolari.

L’albero del nocciolo, con i suoi frutti sferici, è un simbolo della luna: si narra, infatti, che sia la luna a scoprire i tesori nascosti nel cuore della notte, proprio come il ramo del nocciolo.

Nei secoli scorsi, nelle campagne di Otranto, si diceva che le streghe a caccia di un tesoro si recavano nel luogo ove credevano fosse sepolto con un rametto di nocciolo; se il rametto si piegava su un lato oppure verso terra, non c’erano dubbi: si doveva scavare in quel posto.

Basandosi su queste antiche leggende e considerando lo stretto legame fra luna ed acque, i rabdomanti lo usano per individuare vene d’acqua.

In particolare, secondo i rabdomanti (il cui termine deriva dal greco “rhábdos”, cioè “verga” e “mantéia”, cioè “divinazione”), il ramoscello di nocciolo entrerebbe in risonanza con le onde emesse dalla radiazione dei nodi metallici nella terra o dalla concentrazione delle acque.

La pratica di ricerca delle vene d’acqua, prevede che si tengano con le mani le due estremità del ramo biforcuto, avendo cura di non stringere troppo e tenendo rivolti i palmi verso l’alto. Il gambo da cui parte la biforcazione, invece, va mantenuto parallelo all’orizzonte. Avanzando lentamente verso il punto in cui si suppone la presenza dell’acqua, la bacchetta ruota nella mano e si piega verso terra, come fosse attratta da essa.

Secondo coloro che credono alle virtù della bacchetta divinatoria, tale ramoscello avrebbe, inoltre, la capacità di scoprire i tesori, le miniere, i ladri e gli assassini fuggiaschi.

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